mercoledì 26 aprile 2017

Libertà.







WebWorld: dove tutto è concesso.


Internet. WWW . World Wide Web. Una ragnatela tutta intorno al mondo. Fatta di collegamenti che ci unisce, gli uni con gli altri.
Un “luogo” che fisicamente non esiste, se non nella nostra mente,  dove poter amplificare le sensazioni conosciute e provarne di nuove.
Ma alla fin fine tutti cercano sempre lo stesso, quello che loro piace.
Non importa cosa sia: barzellette, pornografia, come arricchirsi, motociclette, sfogare la rabbia, videogames, trovare autostima, un lavoro, l’amore della vita, guardare video di gatti,  ingannare il tempo, leggere, relax, esibirsi, la parola di Dio, il modo di fare successo, dove fare il prossimo viaggio,sbirciare le foto sui social…
Accendiamo il nostro telefonino,  scarichiamo (pagando il gestore telefonico) mediante connessione la app che ci dicono gli amici o, in uno slancio di curiosità, accediamo alla ricerca su Internet , con un  rassicurante tasto di “lente di ingrandimento”…
Si.. ok…. la nostra politica sui cookies…. blablabla… accetta… accetta , si ho capito….ok andiamo avanti.
Alla prima ricerca scriviamo “ricetta amatriciana”… TAAAC.
Il nostro telefonino, magari un Samsung, comunica le parole “ricetta”+”matriciana” al motore di ricerca predefinito , ad esempio Google, che cerca fra miliardi di miliardi di pagine dei risultati che siano inerenti alla vostra ricerca e qui si compie la magia: compaiono pagine e pagine su tutte le possibili ricette e centinaia di piatti fumanti di pasta.
Ma la magia vera non è quella che ci si para davanti, bensì quella che regaliamo a terze persone! Infatti, lasciando tutte le impostazioni cosi come sono nei telefoni cellulari, sui PC e sui tablet, la nostra ricerca viene non solo memorizzata negli archivi immensi dei motori di ricerca ma la risposta (i siti web visitati) lasciano una traccia sul nostro dispositivo, chiamiamo questa traccia “cookie” (biscotto). Sul loro preciso significato rimando a quello che dice il Garante della Privacy.
E’ una magia! perchè se adesso spegniamo il telefonino, o andiamo su facebook o leggiamo la posta…. avremo ristoranti e piatti di matriciana che compaiono ovunque in ogni pagina web aperta!!!!!
A scopo di “profilazione commerciale” il nostro motore di ricerca (a noi gratuito) vende a società commerciali (che gli pagano profumatamente la informazione) con profitti enormi, una cui parte finisce ai cosidetti “providers” ovvero i fornitori di connessione e, quindi, della vostra identità (e posizione ed altro) che noi paghiamo con tariffe mensili che ci garantiscono telefonate (criptate ma poi intercettabili in caso di richiesta da Polizia Postale) SMS (idem) e connessione con un INDIRIZZO IP , tabulato che tira fuori più o meno, su richiesta, unaquantità enorme di cose del genere (semplificando):
giorno 03/11/2016 ore 23:03 indirizzo IP:87.74.112.105 [telefonino di Mario Rossi]  ha visitato indirizzo IP: 94.78.65.144 [www.ricettematriciana.it]
Da questo momento il cookie è attaccato al nostro culo e ci influenzerà tutto il materiale multimediale proiettato sul nostro schermo.
Informazione questa che rimane anonima nell’enorme banca dati del nostro Provider (TELECOM; VODAFONE; FASTWEB; WIND; INFOSTRADA; H3G etc etc etc)
E fin qui tutto ok
Ma se cerchiamo”Donald Trump”, “ISIS”, “Movimento 5 Stelle” , “Nazismo”, “come fabbricare una bomba” etc i nostri fornitori di servizi sono tenuti a comunicarlo al migliore offerente? Con la quantità di dati a disposizione in un enorme flusso mondiale, con un click è possibile da parte di chi ha accesso a tali informazioni a poter INDIVIDUARE, RAGGRUPPARE, LOCALIZZARE oggi, INFLUENZARE, PILOTARE domani, INCRIMINARE E GIUDICARE poi un singolo, un gruppo di persone, tutti i sostenitori di un politico, il terrorista cane sciolto.
Facebook e WhatsApp si scambiano i dati in un mondo dove la corruzione denunciata è la punta di iceberg di quella segreta. 
Assange e Snowden stanno arricchendo la consapevolezza di cio’, ma sono considerati pericolosi e tenuti “sotto chiave” .
Big Data=Big Money è un detto che va molto nel settore IT, la raccolta dati è continua, a basso prezzo (per i commerciali o speculatori del settore), inconsapevole (da parte dell’utente)… fino a quando? è possibile da parte di terzi accedervi per scopi futuri?
Minority Report e Psicopolizia sono termini da racconto fantascentifico, ma studiando i dati del passato possiamo davvero prevedere il comportamento di un singolo o di gruppi del futuro?
Quindi la questione è questa: paghiamo (ad oggi) diciamo 15 euro al mese ad un gestore che vende a chissà quanto la nostra vita privata e anche quella “segreta”, con la illlusione di poter vivere in un mondo migliore, arricchito, “aumentato” di informazioni, ma comunque sempre informazioni che sono: sensibili, pilotate e finalizzate a far comprare un prodotto.
O a venire improvvisamente arrestato per pirateria informatica per aver visto una partita di calcio in streaming o perchè vostro figlio ha involntariamente cliccato un banner pubblicitario di un sito pedopornografico.
Sul web Tutto è concesso.
Ma la libertà che si respirava negli anni ’90 è diventata la fortuna di pochi che hanno la possiblità di stare nella stanza dei bottoni.
Una parte della New Economy è basata sull’ inganno frutto della dilagante ignoranza tecnologia degli utenti finali. 
Pokemon GO è il gioco più giocato di sempre, con milioni di persone in giro per il mondo alla ricerca di pupazzi virtuali.
Vorrei tanto sedere davanti al monitor della Videogames House Nintendo e vedere quanti umani riesco a collezionare, mentre li vedo muoversi avanti e dietro sulla mappa del mondo e che posso spostare buttando un pò di gadget qua e la.. . 
Pensate in grande.
Osservate le persone cosa fanno nella vita reale.
Giocate ad un livello superiore.
Giocate a WebWorld.
 [N.B. : pensiero scritto in 3 minuti durante una fase di insonnia…]

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Il nuovo lusso dei tempi di oggi è questo: vivere senza smartphone.

In apparente contraddizione, ma naturale evoluzione a quanto precedentemente esposto negli articoli precedenti, l’utilizzo smodato delle apparecchiature di telecomunicazioni “in tempo reale” può comunque portare a considerevoli cali della qualità della vita.
Francesco Galgani è un blogger che affronta in maniera semplice e lucida tale problematica ed invito ad una lettura del suo pensiero per una riflessione in proposito, invito questo rivolto alle persone che difficilmente riescono a “staccarsi” dal proprio smartphone ma comunque avvertono una sorta di disagio dal suo utilizzo troppo frequente.
Di seguito riporto alcuni passaggi del suo blog.
Dire che il cellulare è un telefono è un’affermazione impropria e riduttiva. In realtà è un nuovo strumento di comunicazione personale, che ha – accanto a molte altre potenzialità – alcune forme di utilizzazione tipiche del telefono; per questo è chiamato telefonino, telefono cellulare, cellulare o smartphone (quest’ultimo termine letteralmente significa “telefono intelligente”, lo smartphone unisce alle caratteristiche di un telefono cellulare le potenzialità di un piccolo computer con fotocamera, videocamera, servizio GPS, presenza di un sistema operativo completo, autonomo e personalizzabile con una vasta scelta di applicativi disponibili, normalmente dotato di un collegamento a Internet continuo ed efficiente).
La storia del telefono cellulare è sintetizzabile con il termine “invasione”: in Italia è arrivato nel 1990, inizialmente averne uno era una rarità. Secondo statistiche recenti (2014), con una popolazione di 61,5 milioni di abitanti, l’Italia ha 35,5 milioni utenti Internet, 26 milioni di utenti Facebook attivi e ben 97 milioni di abbonamenti mobile attivi, il 58% in più rispetto al totale della popolazione, ossia una persona su due ha due SIM. E’ da sottolineare che, almeno in Italia, per una parte significativa della popolazione, lo smartphone ha rappresentato il primo strumento (e a volte unico) di accesso a Internet.

Teoria dell’obbligatorietà della connessione in mobilità

Dal punto di vista della Psicologia della Comunicazione, è fondamentale osservare che il cellulare è di fatto l’interfaccia mobile e personale che consente al singolo, ovunque si trovi, di essere in rete. Di conseguenza è difficile intravedere limiti al suo sviluppo: tutto ciò che è e sarà disponibile in Internet è e sarà gestibile tramite il cellulare. A questa osservazione ne andrebbe aggiunta anche un’altra: la pervasività e onnipresenza del telefonino porta alla costruzione di una certa realtà sociale, ma al tempo stesso la realtà sociale condiziona significativamente la libertà di uso o non uso di tale strumento e dei mondi ad esso collegati (social networks e strumenti di messaggistica in primis), sancendo di fatto un’esclusione sociale verso chi non lo usa e altri problemi relazionali. Se a questo si aggiunge che la solitudine è uno stato d’animo crescente nelle società ipertecnologiche, è evidente che il ruolo sociale del telefonino, divenuto anche “strumento di pseudo-contatto riempitivo di vuoti interiori“, è sufficiente a motivarne l’uso, da un punto di vista soggettivo, a prescindere dai risvolti negativi ad esso collegati, tra cui:
Il marketing esasperato che fa di tutto per spingere all’uso del telefonino e dei contesti virtuali ad esso collegati, unito alla spirale del silenzio attorno ai problemi seri sopra citati e all’assenza di un quadro legislativo internazionale e intercontinentale che tuteli gli utenti, non fa altro che render ancora più forte la tesi qui proposta.
Un video molto bello fa capire tanto in proposito.
Il nuovo lusso dei tempi di oggi è questo: vivere senza smartphone.


Liberi. Grazie alla Tecnologia.




200px-Marconi
Tutto nasce con Guglielmo Marconi che, da autodidatta, inventa il telegrafo senza fili segnando l’inizio della telecomunicazione. Il successo del telegrafo ha una grande risonanza, tanto che  Mussolini nel 1937 ne intuisce l’importanza e decide di mettere in commercio la Radio Balilla, un modello di ricevitore a basso costo: l’intento era quello di diffondere la radio a condizioni economiche favorevoli anche alle famiglie meno abbienti. L’elevata diffusione avrebbe consentito una più capillare espansione della politica di regime. In effetti, essa ha rappresentato il primo vero e proprio inizio dell’uso dei media a scopo politico.
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La Radio Balilla, però, aveva una particolarità: era “tarata” per ricevere solo determinate frequenze. Tale aspetto diviene fondamentale durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, ed infatti molti italiani contrari al Regime Fascista, intuirono che le notizie erano “manipolate”. Mio nonno Michelangelo Serpico era uno di questi che, possedendo una Radio Balilla, ne alterò la gamma di frequenza in ricezione, con la possibilità di ascoltare Radio Londra delle Forze Alleate, ascoltando le notizie non “filtrate”. Ovviamente quello che era un vero e proprio “hackeraggio” del ricevitore era una cosa considerata illegale, tanto che, inizialmente da solo e poi con una ristretta cerchia di persone, le notizie venivano ascoltate in soffitta in gran segreto. E come segno di ribellione “spezzò” il fascio stampato sulla radio…
nonno michelangelo
Qualche leccapiedi del Regime venne a sapere la cosa e la riferì alle camicie nere, i quali arrestarono mio nonno nel 1944. Quando il conflitto mondiale volse al termine, Michelangelo fu liberato ma, ormai malato, morì nel 1945.
Suo figlio Nunzio, mio padre, aveva solo 8 anni.
Fu allora che nacque la passione per la tecnologia e la comunicazione di mio padre. Da piccolo si appassionò anche alla meccanica (si costruì da solo la sua prima bicicletta) e ricordo i suoi racconti di quando era giovane, che lo ritraggono insieme ai suoi compagni a ricevere e trasmettere con tutto ciò che gli capitava, nel misero dopoguerra, anche con reti di materassi da bordo di una zattera in mezzo al mare…
Stadio Collana 1955 Saggio ginnico Stabilimento Ansaldo-001
Era l’epoca dei pionieri della telecomunicazione: libertà di parola e di pensiero, e ovviamente c’erano le radio “locali” : la sera gli ascoltatori si riunivano e venivano inscenate vere e proprie commedie improvvisate (mio padre spesso vestiva i panni di Fortunato, un giovane campagnolo ignorante e genuino….). Ma l’aspetto goliardico era solo un risvolto della sua profonda passione per la tecnologia : fu tra i primi in Italia ad acquisire la licenza ad operare su tutte le frequenze e diventare quindi Radioamatore con il nominativo di I8XYZ: a lui molto cara, questa sigla personale, un vero e proprio “nickname”, fu scelto perché rappresentava le ultime 3 lettere dell’alfabeto.
Libertà e tecnica andavano di pari passo anche nella sua passione per le moto ed i motori: ancora oggi i vecchi amici lo ricordano come “Peppino.. girava sempre in motocicletta….”
Papà
Con il passare del tempo la tecnologia faceva passi avanti e deve essere stata una emozione indescrivibile ascoltare via radio da casa i primi uomini sulla luna e le prime “chiacchierate” dallo spazio…
Il mio ricordo va alle lunghe serate in cui in salotto mio padre chiacchierava con i suoi amici della zona, ma a volte si spingeva anche in collegamenti con l’altra parte del mondo, sfruttando le antenne che non smetteva mai di perfezionare, e la propagazione della atmosfera che “aiuta” i collegamenti lontani (DX). Quando un radioamatore contattava un suo collega, il collegamento veniva “validato” da entrambe le parti, che annotavano data , ora, sigla e qualità del segnale e poi provvedevano a spedire una cartolina via posta come “scambio” dell’incontro: ho una collezione di cartoline da ogni angolo del Pianeta, anche perché, testuali parole, “la sfida è arrivare quanto più lontano possibile, contattare amatori in tutto il mondo, usando la minore potenza possibile. Con centinaia di Watt sono tutti buoni ma con un buon apparecchio, un filo di rame ed una batteria da auto ci riescono in pochi…”
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Intanto arrivarono le immagini e ricordo le numerose serate dei primi anni ’80 in cui mio padre inviava e riceveva immagini in SSTV (una “foto” ogni 7 secondi si andava componendo sul monitor a cristalli verdi..).
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Ho una bella collezione delle “foto” inviate da mio padre…
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La mia infanzia è un ricordo molto piacevole durante il quale passavo le ore a riparare, smontare e tentare di far partire la vecchia Moto Guzzi Airone di mio padre: dopo ore passate in garage la domenica mattina, sentire quel rombo che segnava il nostro successo era davvero emozionante, così come il giretto-premio del paese. E dopo esserci lavati con la pasta lavamani, si andava su a pranzo e a vedere la Formula Uno…fu un quel periodo che nacque la mia passione per le moto ed i motori.
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La mia gioventù è anche un ricordo fatto di serate con amici di mio padre, veri e propri “nerd” o scienziati pazzi, con laboratori pieni di strumenti elettronici, oscilloscopi, saldatori, componenti elettronici… molti miei coetanei erano in strada a giocare a pallone, mentre io mi divertivo a saldare qualche diodo led con un interruttore su una batteria da 9 V…
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Venne poi l’epoca del Commodore 64, ufficialmente acquistato per studiare o per uso hobbistico, ma poi finito come macchina da videogames…
Il resto è storia relativamente recente… si è passato ai Personal Computer : ricordo quando mi iscrissi ad Ingegneria, mio fratello mi regalò il suo PC con il quale disegnai con punto per punto la Ferrari n°27 di Jean Alesi: ero pronto per AutoCAD.
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E da li sempre a braccetto videogames, grafica, auto etc fino ad alla metà degli anni ’90. Ero ancora fermo alle BBS, quando andai a casa di mio fratello, che fu tra i primissimi ad averlo, e gli chiesi “che cosa è Internet? E lui mi rispose:” E’ come un giornale”, facendomi vistare dal suo pc il mio primo sito: http://www.ferrari.com.
Da allora si è avuta una spinta alla volontà di conoscere il funzionamento delle cose, la laurea in ingegneria, il bevetto di Radioamatore, autodidattica on-line grazie ai siti di appassionati ed ai forum, oltre a quella di comunicare con le chat mIRC e poi le videoconferenze ed i giochi in Multiplayer….iPad… Smartpone..
Tutto questo oggi è nel palmo della nostra mano.
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I social network danno a chi lo controlla, oggi come 80 anni fa, un’enorme potere, per questo invito chiunque a riflettere ed agire conoscendo meglio il mezzo adoperato. Prima Berlusconi con la TV, poi Casaleggio etc adesso Renzi con facebook e carta stampata…
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Adesso siamo a Facebook e Whatsapp, che mi ricordano tanto quello che vedevo fare a mio padre quando ero piccolo… viaggiare liberi in moto, divertirsi nel condividere le proprie passioni con altre persone interessate… sempre col ricordo dello sguardo sognatore di mio padre che forse non avrà viaggiato tanto, ma era sempre pronto a partire per qualsiasi destinazione: “tutto quello che la mente umana può pensare si può realizzare: è solo una questione di tempo.”


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E venne l’epoca degli “Avatar”…

immaginiamo un piccolo “avatar” del nostro fidanzato, moglie, figlio etc un contatto “preferito”, un piccolo oggetto connesso ad internet che interagisce con noi tramite connessione dati, audio microfono etc e può (in futuri sviluppi) effettuare smorfie, proiettare foto e video e in pratica permettere di avere sempre “con se” un alter ego dei propri cari. Immaginate cosa può essere una siffatta “action figure” di un personaggio famoso, um cantante, etc che twitta e parla in tempo reale ai suoi fans
un oggetto di grande interesse commerciale.
intanto..  “la stavamo aspettando, signor Anderson.”
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Benvenuto.

Se sei capitato qui, ci sono 3 opzioni:
A) Sei uno sconosciuto, leggi quello che scrivo. E questo mi fa piacere.
B) Mi conosci molto bene, leggi quello che scrivo. E questo mi fa molto piacere.
C) Mi conosci poco e mi hai cercato su goooogle… adesso ho il tuo indirizzo IP e posso divertirmi un pò con te…


La Eldorado dei droni




Quando scartocciavo il mio elicotterino modello qualche anno fa, e lo facevo volare, fui sorpreso dalla silenziosità e la discrezione col quale fluttuava nell’aria.
Con le batterie ed i motori elettrici attuali si hanno pesi leggeri, potenze e autronomia molto superiori ai vecchi elicotteri con motore a scoppio di qualche decennio fa.
Da qui , unitamente al training fatto con ore ed ore di  videogiochi, l’attuale generazione di 35-40 enni si trova con questi giocattoloni, chiamati DRONI, che sono null’altro che elicotteri a 4-6 eliche , ultra stabili e semplici da pilotare.
drone-heroLa prima applicazione pratica è stata quella di montarci su una videocamera per fare riprese aeree (e qui i fotografi napoletani fanno soldi a palate,  facendo riprese da decine di metri, con visuale in diretta da terra dal telecomando)
Ovviamente il tutto avviene sulle teste “ignare” di decine di persone invitate all’evento,  che non sanno che se un oggetto di quello cade, può uccidere una persona, ferirla gravemente e danneggiare oggetti come auto etc.
Tralasciando le applicazioni militari “pesanti” (presenti da molto tempo) pare che anche la polizia urbana/carabinieri li stia adottando come mezzo di sorveglianza. E che sia un valido strumento di lotta all’abusivismo edilizio.
Ma prima che l’ENAC regolamenti la cosa, si ha l’impressione che si stia prendendo tempo , perchè il vero “ELDORADO” , il grosso business è stato fiutato dalle multinazionali dell delivering o grossa distribuzione come FeDex o Amazon che gia hanno puntato ai droni per le consegne dei loro pacchi, aggirando traffico, assunzione di personale, ma anche (inesistenti) leggi su sicurezza in volo e caduta a terra

Aggiornamento gennaio 2018

Per non parlare della privacy: senza un regolamentazione questi “uccelloni paparazzi” vedranno nelle case di chiunque.
E’ tempo di regolamentare tutto questo. Bisogna sollevare il problema al governo.
1 anno fa un ragazzo in un parco fu decapitato da un elicottero-modellino in un parco statunintense. Tra qualche anno dovremo affrontare questo problema che sarà di grosso impatto sulla società.

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Il compagno di studi.

Quando sei piccolo , rifletti su di una cosa.
Vivi a casa con mamma, papà e tre fratelli. La casa è piccola, disordinata, ma si vede il mare.  Si sta stretti, si litiga x il bagno, tuo fratello ti ruba i vestiti, tutti parlano ad alta voce… A volte ti arrabbi … a volte..vuoi andare via.
Un bel giorno vai a studiare dal tuo amico, ha una casa enorme , in campagna , col giardino, un cane, una stanza tutta sua piena di libri, giocattoli e cose belle, ha la governante, i genitori che parlano in italiano, lo ricoprono di attenzioni e sono gentili con te.
Eppure provi un leggero senso di angoscia: lo guardi negli occhi e senti solitudine, diffidenza e gelosia di tutto quello.
Ti mette tristezza.
E capisci la differenza tra avere ed essere.
Ripensi a questo, mentre torni a casa, con l’odore del mare, la pasta e lenticchie che ti aspetta a tavola e le risate dei tuoi cari nella piccola casetta piena di difetti e magnificamente caotica.
Ecco: questa è la mia casa. La odio, voglio andar via, ma quando sono fuori vedo che nessuno ha quello che ho , dentro di me, grazie a Lei, ne sono orgoglioso e la gente non capisce perché..
Questa é la mia casa.
Questa è Napoli.
E domani sarò felice di ospitare qui il mio compagno.





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Elogio della Formula 1

di Roberto Serpico
Per strada.
Io: “Wow, domani ci sono le qualifiche del Gran Premio !!
Lui: “Che noia questa Formula Uno. Ma chi  la guarda più??
Tu, amante dei Motori, che storci il naso alla nuova F1, leggi questo, fino alla fine.
E, non andare di fretta, come tuo solito…
Chi non apprezza questa stagione 2014 di Formula Uno, non ne coglie lo spirito innovativo. E’ vero: con il nuovo regolamento sono calati potenza del motore, numero di giri e numero di cilindri, ma, con introduzione di motore elettrico, turbo e sistemi di ricarica sono anche aumentate le variabili in gioco e, con esse, le possibilità di sperimentare ed innovare da parte dei Team. Non dimentichiamo che, come ci insegna la storia, tra qualche anno, le auto di serie avranno dispositivi simili a questi che sfrecciano oggi in pista, passando energia alle ruote, ottenuta ricaricando da freni e turbine.
E’ proprio di questo parliamo oggi: il volume più basso del motore, in alcuni momenti fa apprezzare, oltre il gustoso suono del turbo, addirittura lo stridìo delle gomme sull’asfalto. Basta osservare ed ascoltare un video di prove libere, per capire quanto la F1 sia estrema e questo cosa vuol dire: fischio del turbo, fischio delle gomme, decelerazioni di 5.0 g, da 320 km/h a 60 km/h in solo 130 metri, con una pressione di 120 kg sul pedale del freno.
Adrenalina.
Da vedere, provare, immaginare…
Dal basso della mia piccola, ridicola esperienza in pista, vi posso assicurare che quei ragazzi li,  dentro a quella coloratissima tuta ignifuga, si fanno un “culo” non indifferente per pilotare un’oggetto estremamente rigido, nervoso, veloce e fulmìneo, senza mai perdere controllo e concentrazione,  e con una forma fisica che deve necessariamente essere eccellente.
Basta dunque con frasi come “C’è più rumore al bar che in pista” o “Generazione Playstation“: adesso siamo nel Futuro, e l’ignoto si affronta sempre con compromessi, come lo è oggi il mix di benzina ed elettricità, qualche anno fa impensabile , e che oggi si fondono una dentro l’altra, dando vita ad una miscela di spettacolo e passione per gli amanti dei motori e della tecnologia.
Il Progresso (e la Formula 1) viaggiano su una linea continua e dritta, orientata nell’asse positivo del tempo, e che ad ogni innovazione, ad ogni “epoca” stacca un ramo che va specializzandosi: siamo partiti negli anni ’50 da 4 ruote ed un motore e poi sempre a sperimentare, via via sempre più … in ogni modo a mettere , 2 motori, 6 ruote, alettoni, minigonne, superbenzine, turbo, cambio al volante, elettronica, sospensioni attive, e oggi all’ibrido elettrico e domani… sta cambiando anche il concetto stesso di prestazione e di come la si ottiene.
Tu…
Si, proprio Tu….
Tu che ami il suono acuto dei motori da corsa…
Tu che dai importanza solo ai numeri e alla quantità…
Tu che giudichi un mezzo solo dalle prestazioni, dai freddi numeri…
Tu, purista dei motori…: storci il naso perchè ti sei appena staccato dalla linea del progresso.
Tu, in fondo, sei sempre stato “vintage“.
Roberto Serpico
  4 aprile 2014

Buio all’orizzonte


Troppo passato
Troppa storia
Troppa cultura
E ci ritroviamo così
Gli uni contro gli altri
Di diverse regioni
Ma sembriamo venire
Da diversi pianeti
E ci chiudiamo nei nostri
Fortini di famiglia
Sicuri del passato
Timorosi dell’avvenire
Adesso siamo dunque
Serenissimi e Borboni
Padani e Forconi
Nemici di un problema
Non il Re o il governante
Ma il vicino furbettino
Che non è un Uomo Vero
è un periodo nuovo:
Il Medioevo 2.0


BitCoin, il vecchio “baratto” ma…… digitale !

In questi giorni per la prima volta nella storia un venditore di auto di lusso in California ha accettato di essere pagato in Bitcoin per la vendita di una Lamborghini Gallardo. Il bitcoin è scambiato come una normale valuta, e dando uno sguardo all’andamento del valore EUR/BTC e al numero ricerche fatte su Google,ecco i risultati
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Ma cosa è il BitCOIN? Facciamo un passo indietro….
Il baratto è stato il primo modo di fare commercio.
Due persone scambiano cose senza che altri necessariamente lo vengano a sapere.
L’introduzione della moneta e quindi di denaro e derivati ha, nel tempo, centralizzato ed omologato il modo di fare commercio, rendendoci dipendenti in termini di tracciabilità , tassazione etc.
Con le nuove direttive, le banche sono sempre più controllori del commercio in quanto gestiscono i soldi, ma in maniera “centralizzata” ovvero ogni pagamento sia reale (con banconote o assgni) sia virtuale (bonifici online, paypal) passano dalla banca.
Scordatevi tutto questo. Esiste un modo nuovo, moderno, intelligente, diretto e decentralizzato di effettuare pagamenti: il BITCOIN.
Incollo da Wikipedia per maggiori informazioni
Bitcoin (simbolo: ฿; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il nome Bitcoin si riferisce anche al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta.
A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale. Esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per implementare le caratteristiche più importanti come il fatto di permettere di spendere bitcoin solo al legittimo proprietario, e di poterlo fare una volta sola.
La progettazione di Bitcoin prevede il possesso ed il trasferimento anonimo delle monete. I bitcoin possono essere salvati su di un personal computer sotto forma di “portafoglio” o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca. In ogni caso i bitcoin possono venir trasferiti attraverso Internet a chiunque disponga di un “indirizzo bitcoin”. La struttura peer-to-peer della rete bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di manipolare il valore dei bitcoin o di introdurre inflazione creando nuova moneta.
I bitocoin possono essere scambiati da persona a persona tramite pc su internet con un link o tramite smartphone con chip NFC , semplicemente avvicinando 2 dispostivi e convalidando la transazione.
La crescente diffusione di smartphone fa pensare che in un futuro non troppo lontano tutti avranno possiblità di scambiare bitcoin, sostituendo di fatto la moneta in circolazione.
Questo sistema non controllato dall’alto delle banche, ma creato, cresciuto e maturato “dal basso”, potrebbe stravolgere il concetto tradizionale di economia al quale siamo abituati, portandoci a scambiare beni materiali con beni virtuali (da notare che con la new economy è esploso il fenomeno inverso, di acquistare beni virtuali con soldi reali).
Per ottenere bitcoin serve creare un portafoglio , cosa che si può fare qui
http://bitcoin.org/it/scegli-il-tuo-portafoglio
e poi comprare o “guadagnare” bitcoin come faccio io (Se conosci un po di inglese puoi seguire le istruzioni da questi siti)
http://www.bitbillions.com/?refid=12mvhKxRPKiTRyiRa69gX67EVxyH13KhVA
http://www.mybitcoinrewards.com/?refid=12mvhKxRPKiTRyiRa69gX67EVxyH13KhVA
http://www.bitfeud.com/?refid=12mvhKxRPKiTRyiRa69gX67EVxyH13KhVA
oppure partecipare a lotterie, pay per click ed altre attività
http://btcgeek.com/free-bitcoin/
http://bitcoinpertutti.wordpress.com/2013/04/20/bitcoin-in-regalo-una-lista
[non mi ritengo responsabile del contenuto dei siti indicati]
Ad ogni modo, vedremo se questo fenomeno sarà duraturo, o se sarà l’ennesima “bolla” .
Buon BitCoin a tutti
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Made in Italy: io ci credo !!

La nota passione degli italiani per i motori, è terreno fertile per una serie di considerazioni di tipo economico, molto semplici e a mio avviso, azzeccate.
L’Eurozona è stato un fallimento. Non era possibile far convogliare sulla stessa strada nazioni economicamente diverse come Svezia/Germania e Grecia/Portogallo.
La Merkel dice che “La Grecia non doveva entrare in Europa”, ma se non ci fosse stata la Grecia,  “l’ultima” sarebbe stata un’altra… piuttosto dicesse che è stato un errore l’Euro (fortemente voluto dai tedeschi)
E senza rivangare la mondiale antipatia che questo popolo risveglia in ognuno di noi, ci troviamo, (per le politiche economiche e fiscali europee), con la nostra penisola INVASA di auto e moto tedesche.
Immatricolate in Germania (dove sono prodotte per i tedeschi e, giustamente, vendute a meno che all’estero) e importate in Italia. Nulla da dire sulla qualità: solide, moderne, sicure. Tristi, fredde, anonime.
Noi portiamo i nostri figlie nipoti a vedere cartoni animati (vedi CARS , CARS 2 etc) in cui le macchine veloci parlano italiano, sono ambientate in italia, si parla di Ferrari…. E poi? I ventenni di oggi sbavano per una Audi A1 che fa schifo? Che non ha storia , non ha fascino?
Un pò per scelta, un pò per tradizione, ma molto per istinto, ho avuto la fortuna di poter acquistare sia una Moto Guzzi che una Alfa Romeo, entrambe costruite al 100 % in italia (Mandello del Lario e Mirafiori).
Sono contento. Hanno un’anima. E ho dato un piccolo contributo al Made in Italy, in quanto ci credo.
Rimanendo in ambito motoristico, la passione per i motori, per le corse, “mettere il cuore” in un pezzo meccanico è nata in Italia e questo non può essere copiato, migliorato dai crucchi.
La 500 è l’auto più bella del mondo, il miglior restyling che si possa immaginare, e la 500 L , che non mi piace, ha comunque quel “non so che” che richiama gli anni d’oro di “La Dolce Vita”…
Marchionne decide proprio in queste ore di produrre la sportivissima 4C (in foto) interamente in Italia. Perfettamente in linea con quello che mi aspettavo.
Dobbiamo produrre e consumare per noi, valorizzare il nostro prodotto ed esportarlo a prezzo più alto. E questo vale per vino, cibo, moda, arredamento, ma anche cultura, musica e scienza.
E’ sano nazionalismo, attendere che si diffonda un sentimento comune di amore verso il nostro paese e quello che può fare, combattendo la diffusa rassegnazione e lo storico complesso di inferiorità nei confronti degli stranieri.
Nel momento di crisi che ci attanaglia,  mi ha fatto enorme piacere sentire la notizia che quest’anno “gli italiani sono ritornati nei campi a raccogliere i pomodori”.
Il segreto a mio avviso è lì: tornare a produrre e consumare, per noi in primis, in attesa di una probabile fine della Eurozona, con i pro e i contro che ci attendono. Ma almeno è un passo in avanti.
Ed io ci credo.
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Sorridi Africa


Konou Konou

Sharing . For a better World.


E’ incredibile.
Facebook ha avuto un impatto devastante su 4 generazioni di persone, dai 5 ai 65 anni. Negli ultimi anni si è assistito ad una enorme infiltrazione di PC in famiglie che non ne avrebbero mai avuto bisogno,  se non per far collegare la ragazzina di casa al social network. Ragazzine, appunto,  ultra-truccate, infra-vestite e normal-innamorate,  facevano la fila negli scorsi anni, ai centri commerciali per accaparrarsi netbook a 200 euro, da tenere giornate intere sulle gambe per inciuciare con le amiche e guardare le foto del bello della scuola.
E poi sono state copiate dalle loro mamme, che facevano lo stesso con le amiche, passando per vecchie conoscenze e ricette di torte. E poi lo stesso hanno fatto i papà, ritrovando vecchi amici del militare e trovando gruppi con le loro stesse (sopite) passioni per moto, musica, sport. E poi il tutto si è spostato sui tablet, smartphone, etc aumentando, in definitiva, la penetrazione del network nella socità, tanto da essere, a mio avviso, un buon punto di partenza per sviluppare la imminente, necessaria questione della identità digitale.
Ma al di la di questi risvolti di più alto spessore, è bene riflettere su di un aspetto importante: Qualcuno ricorderà le catene di S.Antonio , le vignette simpatiche, le barzellette, le mail di denuncia etc.: ebbene, quello che 20 anni fa girava via e-mail tra operatori del settore, studenti universitari ed appassionati di informatica, oggi lo troviamo “in bacheca” su miliardi di persone di tutte le estrazioni sociali e culturali. Per fare un esempio calzante, la questione degli stipendi alti dei parlamentari italiani (di cui poca carta stampata ne ha in passato denunciato l’inadeguatezza), è in rete da tempi immemori, ne lessi qualcosa verso la fine degli anni ‘90 sotto forma di e-mail di denuncia mandata da amici di amici (oggi verrebbe filtrata come spam… troppe persone e troppi “Fwd:”). Il sottoscritto, come tanti altri, ritenendo inopportuno un compenso così elevato,  abbiamo “inoltrato” ovvero CONDIVISO questa informazioni via e-mail. Al che, sfumando verso i social network, mi sono ritrovato di nuovo simpatici gattini, frasi più o meno note,  e politici ultra pagati quasi 15 anni dopo, addirittura sentendo “denunciare” da una mamma sulla 40ina questa situazione economica insostenibile, durante una festa del figlioletto in pizzeria.
Ebbene, il fatto che dopo migliaia di mail, migliaia di condivisioni e milioni di pensieri, dopo 15 anni OGGI in parlamento si parla di costi alti della politica, beh… è anche merito di questo.  Il Movimento 5 Stelle che nasce dalla Rete, porta temi attuali, semplici,  qualcuno direbbe “populisti”… io dico “democratici”. E , semplificando il processo, da una condivisione di “denuncia” arriva ad argomento in Parlamento. E siamo solo all’inizio.
Per questo, quando su facebook , Twitter, etc, vedo qualcosa per la quale vale la pena combattere (accertata la veridicità della fonte), qualcosa che mi fa star male e che voglio che finisca, come i continui abusi di potere, come i roghi tossici, la malasanità, le pubbliche amministrazioni assenti, le strade con le buche pericolose, le numerose manifestazioni di prepotenza, della criminnalità organizzata, ma anche quando vedo un bel paesaggio , una vignetta divertente, un video emozionate, anche un solo pensiero sensato….. per un mondo (un pochino) migliore, la nostra arma è un sola : CONDIVIDERE !!!!
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I ride… I feel.

Cosa affascina noi uomini del mondo dei motori? Quale inspiegabile magia si innesca al pensiero di un mezzo meccanico?
Fin da piccoli, alla vista di una nuova moto o di una auto sportiva, si era solito chiedere al fortunato proprietario “Quanto fa?” oppure ci si affacciava sul cruscotto della moto, rigorosamente analogico, e se non erano indicati almeno i 250 km/h sul fondoscala del tachimetro… beh … era visibile una certa delusione sul nostro volto.
L’ebrezza della velocità, la sensazione di potenza, il senso di libertà, la sfida del controllo sono solo alcune delle emozioni che si provano alla guida di un mezzo meccanico. Ed un vero intenditore ne sa trarre la vera essenza sia esso una Lamborghini da 500 Cv sia un Piaggio Ciao da 50 cc.
Dominare la macchina, stabilire un feeling con essa e immaginare ogni singolo pezzo meccanico che svolge il ruolo assegnatogli dal progettista, sono solo alcuni dei pensieri che vengono alla mente ad un “malato” dei motori e della meccanica, sia durante un giro in perferia, un viaggio di piacere, o il tragitto per andare al lavoro.
Ma è quando il mezzo è fermo che l’amore viene fuori con maggiore impeto: si osserva il proprio mezzo da ogni angolazione, si passa più tempo a lucidarlo che andarci in giro, si va alla ricerca maniacale di eventuali problemini vari, ci si compiace dell’acquisto , ci si vanta col primo malcapitato che ci interroga “Che modello è questa?” : poveraccio! Non sa che ha trovato il “Wikipedia vivente” di quel mezzo, sarà veramente disposto ad ascoltare, caratteristiche tecniche, pregi e difetti e, vera a spacconata, il suono del motore?
Il suono, appunto, sound , ha un ruolo fondamentale. Come un organismo vivente che respira, il suono di un motore, meglio se semplice, aspirato, raffreddato ad aria, è la sua vera espressione Quale goduria nell’ascoltare una melodia regolare che da cupa aumenta di intensità e frequenza, sprigionando tutta la sua forza… ed il rilascio del motore, gli scoppi più o meno regolari negli scarichi, magari accompagnata da qualche fiammata. Chi ha capito di cosa sto parlando sa quanto stile di guida, conoscenza dei regimi ed anche le condizioni metereologiche , incindono sensibilmente sulle prestazioni e sul risultato sonoro.
Ed allora il pensiero va a Watt, Stirling,Wankel, Ford e coloro che hanno realizzato il sogno del “carro senza cavalli”, domando le combustioni in un blocco di metallo, sincronizzandole con leveraggi, volani , meccanismi votati alla generazione di spinta.. movimento…. energia.
Concludo con un video, consigliato da un altro amico “malato” di moto e motori, che bene rappresenta l’essenza del feeling tra uomo e macchina.


Grazie a Sara che segue e alimenta questa passione, gli amici del V7 Touring Club, poi Gaetano, compare Rosario, Andrea, amici della auletta di Ingegneria…
E un saluto al mio papà che mi ha trasmesso questa passione. E che adesso è nel paradiso dell’ingegneria.
Non dimenticherò mai le domeniche di primavera come questa, passate in garage , dove mi spiegava con tanta pazienza ogni cosa mentre si tentava di mettere in moto il Guzzi rosso del dopoguerra…con immancabile giretto-premio.



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Manipolazione delle informazioni

Vi prego di guardare questo servizio, che mi ha colpito molto.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-98a83f4c-1a9a-418b-b29f-1ef22f9c2135.html
Mandato in onda su Rai 3 domenica a pranzo, parla di tutti quelli che hanno votato M5S , e che adesso vogliono che si faccia alleanza con PD.
Io trovo questo servizio al limite dell’etica professionale di un giornalista, in quanto l’autrice di questo servizio, pagata dal nostro canone RAI, riporta in TV pubblica .. udite udite…. niente di meno che COMMENTI presi DA FACEBOOK!!!!
Che ignoranza! Che superficialità!!  Potrebbero essere suoi nipotini, oppure account fasulli che scrivono quello che vi dicono in redazione, o ancora prezzolati dei PDMENOELLE.
Non esiste ancora una identità digitale. Non hanno un valore queste “dichiarazioni” A questo punto siamo pronti per averla, tutti, una identità digitale validata
Quello che  gli ex-governatori non capiscono è il nesso tra reale e virtuale
Gli ex-governatori (pagati con le tasse) mandavano mercenari (pagati con finanziamento pubblico ai partiti) ai salotti nazionali (pagati col canone) a fare propaganda che fa presa sui drogati di piccolo schermo.
internet per loro è “di secondo piano”… SBAGLIATO!!! quando se ne accorgono, è troppo tardi: persone AUTONOME (qualcunoi le definirebbe anarchici) si sono già identificati nel non-sistema, palesemente fallito.
Gli obesi della seconda Repubblica stanno sul divano di casa, passando da SKY Calcio, a Ballarò, ai reality. Il Nuovo Movimento fa opinione su internet ma poi riempie le piazze.
Alcuni vedono in Grillo un nuovo dittatore, il regime invece era già in atto.
Questa che vediamo su RAI, MEDIASET, SKY è solo una cosa
M A N I P O L A Z I O N E   D E L L E   I N F O R M A Z I O N I
Quello che scrivo NON è la realtà assoluta, è una mia visione, ma invito chiunque a fare una cosa:
SPEGNERE LA TV.

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Google Trends: impariamo dal passato.


Google , mediante il suo strumento chiamato “Trends” mette a disposizione grafici derivanti dal numero di ricerche effettuate nel motore di ricerca su una o più parole specifiche.
E’ una funzione che può sembrare banale, ma in un periodo di personale avvicinamento ai grafici economici, non  ho resistito alla loro maccheronica interpretazione.
Ho provato con le prime cose che mi venivano in mente.
Partiamo, ovviamente,  dalla mia “Moto Guzzi”:
guzzi
Osservando questo grafico, possiamo notare 2 cose:
1) La incredibile costanza del picco relativo del numero di ricerche in prossimità dei mesi di aprile, in pieno “spring break” (inteso come “esplosione della Primavera”, non come cedimento degli ammortizzatori :-))
2) La leggera, lenta e, speriamo, non definitiva tendenza a diminuire nel tempo dell’interesse. La V7 Classic nel 2008 e la California oggi hanno dato una scossa… ma sostanzialmente la moto sta diventando sempre più “di nicchia”. Per fortuna.
Andiamo avanti… poco dopo le elezioni cerchiamo “Beppe Grillo”:
grillo
Da questo grafico si nota il picco nel settebre 2007, epoca dei V-Days (da non confondere con i V7-Days) oltre ovviamente a quello delle recenti elezioni di febbraio 2013.
Passiamo a una frase che mi fa sorridere: “Come fare soldi”:
soldi
Spesso ricercata quando “si è alla frutta”, ultimamente la frase è tristemente di moda, con un picco a novembre 2011, dopo il quale pare ,che in Italia, o abbiamo capito come fare soldi o abbiamo capito che non c’e’ scritto su internet.
Ad ogni modo è presente un punto di minimo relativo che risale a giugno 2010: così, su due piedi, me lo spiego come la nostra l’ultima 14esima “soddisfacente”.
Si può andare all’infinito.. provate a cercare iPad, Belen, Ferrari, Twitter, ….. per divertirvi. Si possono studiare  andamenti per vedere evoluzione di domanda di mercato di determinati prodotti, etc.. l’utilizzo che se ne può fare è incredibile.
Va da se che tendenzialmente tutti i grafici sono con volume in aumento, anche per la diffusione via via maggiore di Internet, anche a livello mobile, e ovviamente il sistema restituisce un grafico solo per un numero considerevole di ricerche.
Google offre anche una “previsione” di ricerca, ma a mio avviso lascia il tempo che trova.
Chiudo con un grafico che ha un andamento medio che è in calo sul lungo periodo e che ha una forma “a dente di sega” : rimarrà sempre una cosa che tutti vogliono, tutti cercano e tutti aspettano!!
vacanza
E tu…. hai già prenotato?
Ciao

[Disclaimer: tutti i grafici sono di proprietà di Google. Si coglie l’occasione per ringraziare Google di aver migliorato il mondo.] 

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Onestà, 5 stelle e ottimismo


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“L’onestà andrà di moda”. Con questa frase Beppe Grillo , il giorno delle elezioni politiche 2013, trasmette  un messaggio fondamentale agli italiani, facendoli sentire finalmente rappresentati da qualcuno che come loro ha subito ingiustizie “dal sistema”, ne paga quotidianamente le conseguenze e vuole dire basta. Votare M5S ha reso il 25 febbraio una sorta di 25 aprile, una Liberazione dalla vecchia politica, costosa, lenta, macchinosa, corrotta.
Oggi, a poche ore dai risultati,  sono molti di più i “pentiti” di aver votato i “dinosauri”, piuttosto che i delusi degli stessi, molti tornerebbero indietro per mettere una X sul simbolo giallo, colore “nuovo” della politica italiana. In tanti hanno accusato il movimento di essere “antipolitico”: era “politica” quella italiana degli ultimi, diciamo, …. 10 anni?
Fare politica con poco si può ed è stato dimostrato.Con un sistema di autofinanziamento, senza soldi pubblici, M5S è la prima rappresentanza  alla Camera e terza al Senato (dove si vota con età maggiore ai 25 anni). Questo fa pensare dove sono andati i soldi trattenuti in busta paga, dalle pensioni, i tagli etc. ovvero nella macchina politica e burocratica.
Ma tornando al discorso della onestà e del sentimento di “rivalsa” verso l’ingiusto, fermo restando una necessaria riforma elettorale, lo scenario che si prospetta è quello del “si decide legge per legge”, senza destra, sinistra, alleanze, coalizioni etc. ovvero tante persone che votano PER IL BENE DEGLI ITALIANI. Suona strano, lo avevamo quasi dimenticato,  un concetto difficile da maturare eppure è così semplice, basta solo paragonare le Camere ad una riunione di condominio, dove non ci sono coalizioni e si prendono decisioni democratiche.
Importante è notare come Tv e Stampa (con relativi siti internet) hanno prima demonizzato,  poi ignorato Grillo, che “solo” con internet (blog e streaming dei comizi) ha , quasi all’insaputa di molti, raccolto consensi spiegando concetti complicati in maniera semplice, da persona normale a persone normali. Non c’erano frasi che aizzavano a scrosci di applausi, slogan e propagandate simili, ma un semplice comizio, da Nobel della comunicazione.
Certo, su internet Grillo non ha rivali, la par condicio poi non ha senso in quanto l’utente sceglie cosa vedere, ma sfido chiunque a ripetere una impresa simile, che affonda le radici nel “taglio” alla RAI passando per il Blog, i social network e trovando terreno fertile dopo la crisi economica.
Molti hanno parlato di Casaleggio, personaggio “oscuro” alle spalle di Grillo, come burattinaio di una ipotetica cospirazione massonica. A me sembra normalissimo, quasi uno sfigato… Cosa dire: A volte le persone hanno necessità di sentirsi inferiori a qualcuno, a volte le persone vogliono vedere del male per sentirsi bene…. e per queste persone va benissimo anche una dittatura stile anni ’30.
Chi vi scrive guarda pochissima tv, è perennemente collegato alla Rete, e sorride all’idea che Monti ha assoldato lo stratega di Obama per la sua campagna elettorale (un pó meno pensando che lo ha fatto coi soldi pubblici): Ha funzionato all’estero dove non hanno IMU e i giornalisti fanno arrivare quello che vogliono, influenzando i mercati.
La cosa importante è che, ad ogni modo, torneranno in parlamento persone straordinariamente semplici, oneste ed intelligenti e pronti a proporre leggi, votare SI o NO a leggi di parlamentari di “destra” o “sinistra” i quali, finalmente, hanno i riflettori puntati addosso e cominciano a sudare.
E siamo solo a febbraio.

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LinkedIn… “collegato dentro a….” niente!

Dunque, vediamo…. LinkedIn… traduco al volo “Collegato in…”  bene: scriviamoci su!
Questa sera, dopo una lunga sessione su Linkedin, abbastanza divertito ho deciso di scrivere 2 righe su come ne ho “usufruito”
Ebbene, più o meno è andata così:
Iscrizione:Nome, Cognome… fin qui facile… titoli di studio… corsi.. lavori… beh è un “curriculum” poi: conoscenze aquisite: fermi tutti! Ho buttato 10 anni di studi!
Mi reputo un buon conoscitore della lingua inglese, ma certi termini tra cui scegliere mi fanno sentire dapprima un emerito idiota; poi (immaginando quei “chief-achieved” o “supply-manager” si vantano solo tra di loro in sterili party da multinazionali) mi sono messo a sorridere (da idiota)
Andiamo avanti. Penso:”cerca un contatto, un amico, un collega, una ex società” … che poi col sistema dei  collegamenti diventano 15, poi 3829, poi 6.022×10^23…
Durante questa ricerca (senza alcun fine e che crea dipendenza) ho visto:
-un mole (!) di persone che non me ne può fregà de meno.
-persone che , giuro, credevo morte;
-ragazze e amiche finalmente vestite bene;
-amici in giacca e cravatta (vera uniforme da super manager/tagliente!) alcuni in abito da sposo ( allargato dalla mamma per il primo lavoro)
-persone che, da ragazzini non riuscivano a svitarsi la sella della bici, adesso progettano elementi hardware/software del mio smartphone.
Al di la della funzione profilo, ovvero “curriculum pubblico” che è la versione cinica/competitiva di facebook (“vediamo sto stronzo che fine ha fatto… AH un Master!! beh..soldi buttati! IH IH”) non vedo un grosso movimento di posti di lavoro…
La bacheca serve a ben poco….. solo ad osservare altre anime in pena che stanno qualche giorno dietro di te nella linkedin-esperienza
Dopo una breve riflessione sulla enorme quantità di dati, di gente che cerca lavoro, di gente che vende prodotti, di società che offrono lavoro , di gente che spera di aver trovato la chiave di svolta, ….. ad oggi ti fermi a riflettere e ti accorgi che sai pochissime notizie di moltissime persone e questa cosa ti cambia la vita, ti aumenta il senso di solitudine.
Linkedin ha troppo inglese, troppo rigido nel classificare le competenze,in questo voglio essere old economy e divertirmi con i gadget prodotti dai super-knowledged della new economy
Concludendo a mio avviso, non serve a granchè , “Collegato in niente” ma io ci resto volentieri per 2 motivi.
-noto e manifesto amore dell’effimero
-personale temperamento “pane e puparuoli”
Se questa la mettono come conoscenza aquisita in inglese ditemelo, che aggiorno il profilo.
Roberto Serpico
(dicono “Production Manager”)
[si ringrazia la Prof.ssa Giordano che mi rimandò a settembre e mi fece imparare l’Inglese, nonchè Google Traduttore per alcuni passaggi ]
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two is megl che one