Tutto nasce con Guglielmo Marconi che, da
autodidatta, inventa il telegrafo senza fili segnando l’inizio della
telecomunicazione. Il successo del telegrafo ha una grande risonanza,
tanto che Mussolini nel 1937 ne intuisce l’importanza e decide di
mettere in commercio la Radio Balilla, un modello di ricevitore a basso
costo: l’intento era quello di diffondere la radio a condizioni
economiche favorevoli anche alle famiglie meno abbienti. L’elevata
diffusione avrebbe consentito una più capillare espansione della
politica di regime. In effetti, essa ha rappresentato il primo vero e
proprio inizio dell’uso dei media a scopo politico.
La Radio Balilla, però, aveva una
particolarità: era “tarata” per ricevere solo determinate frequenze.
Tale aspetto diviene fondamentale durante il periodo della Seconda
Guerra Mondiale, ed infatti molti italiani contrari al Regime Fascista,
intuirono che le notizie erano “manipolate”. Mio nonno Michelangelo
Serpico era uno di questi che, possedendo una Radio Balilla, ne alterò
la gamma di frequenza in ricezione, con la possibilità di ascoltare
Radio Londra delle Forze Alleate, ascoltando le notizie non “filtrate”.
Ovviamente quello che era un vero e proprio “hackeraggio” del ricevitore
era una cosa considerata illegale, tanto che, inizialmente da solo e
poi con una ristretta cerchia di persone, le notizie venivano ascoltate
in soffitta in gran segreto. E come segno di ribellione “spezzò” il
fascio stampato sulla radio…
Qualche leccapiedi del Regime venne a
sapere la cosa e la riferì alle camicie nere, i quali arrestarono mio
nonno nel 1944. Quando il conflitto mondiale volse al termine,
Michelangelo fu liberato ma, ormai malato, morì nel 1945.
Suo figlio Nunzio, mio padre, aveva solo 8 anni.
Fu allora che nacque la passione per la
tecnologia e la comunicazione di mio padre. Da piccolo si appassionò
anche alla meccanica (si costruì da solo la sua prima bicicletta) e
ricordo i suoi racconti di quando era giovane, che lo ritraggono insieme
ai suoi compagni a ricevere e trasmettere con tutto ciò che gli
capitava, nel misero dopoguerra, anche con reti di materassi da bordo di
una zattera in mezzo al mare…
Era l’epoca dei pionieri della
telecomunicazione: libertà di parola e di pensiero, e ovviamente c’erano
le radio “locali” : la sera gli ascoltatori si riunivano e venivano
inscenate vere e proprie commedie improvvisate (mio padre spesso vestiva
i panni di Fortunato, un giovane campagnolo ignorante e genuino….). Ma
l’aspetto goliardico era solo un risvolto della sua profonda passione
per la tecnologia : fu tra i primi in Italia ad acquisire la licenza ad
operare su tutte le frequenze e diventare quindi Radioamatore con il
nominativo di I8XYZ: a lui molto cara, questa sigla personale, un vero e
proprio “nickname”, fu scelto perché rappresentava le ultime 3 lettere
dell’alfabeto.
Libertà e tecnica andavano di pari passo
anche nella sua passione per le moto ed i motori: ancora oggi i vecchi
amici lo ricordano come “Peppino.. girava sempre in motocicletta….”
Con il passare del tempo la tecnologia
faceva passi avanti e deve essere stata una emozione indescrivibile
ascoltare via radio da casa i primi uomini sulla luna e le prime
“chiacchierate” dallo spazio…
Il mio ricordo va alle lunghe serate in
cui in salotto mio padre chiacchierava con i suoi amici della zona, ma a
volte si spingeva anche in collegamenti con l’altra parte del mondo,
sfruttando le antenne che non smetteva mai di perfezionare, e la
propagazione della atmosfera che “aiuta” i collegamenti lontani (DX).
Quando un radioamatore contattava un suo collega, il collegamento veniva
“validato” da entrambe le parti, che annotavano data , ora, sigla e
qualità del segnale e poi provvedevano a spedire una cartolina via posta
come “scambio” dell’incontro: ho una collezione di cartoline da ogni
angolo del Pianeta, anche perché, testuali parole, “la sfida è arrivare
quanto più lontano possibile, contattare amatori in tutto il mondo,
usando la minore potenza possibile. Con centinaia di Watt sono tutti
buoni ma con un buon apparecchio, un filo di rame ed una batteria da
auto ci riescono in pochi…”
Intanto arrivarono le immagini e ricordo
le numerose serate dei primi anni ’80 in cui mio padre inviava e
riceveva immagini in SSTV (una “foto” ogni 7 secondi si andava
componendo sul monitor a cristalli verdi..).
La mia infanzia è un ricordo molto
piacevole durante il quale passavo le ore a riparare, smontare e tentare
di far partire la vecchia Moto Guzzi Airone di mio padre: dopo ore
passate in garage la domenica mattina, sentire quel rombo che segnava il
nostro successo era davvero emozionante, così come il giretto-premio
del paese. E dopo esserci lavati con la pasta lavamani, si andava su a
pranzo e a vedere la Formula Uno…fu un quel periodo che nacque la mia
passione per le moto ed i motori.
La mia gioventù è anche un ricordo fatto
di serate con amici di mio padre, veri e propri “nerd” o scienziati
pazzi, con laboratori pieni di strumenti elettronici, oscilloscopi,
saldatori, componenti elettronici… molti miei coetanei erano in strada a
giocare a pallone, mentre io mi divertivo a saldare qualche diodo led
con un interruttore su una batteria da 9 V…
Venne poi l’epoca del Commodore 64,
ufficialmente acquistato per studiare o per uso hobbistico, ma poi
finito come macchina da videogames…
Il resto è storia relativamente recente…
si è passato ai Personal Computer : ricordo quando mi iscrissi ad
Ingegneria, mio fratello mi regalò il suo PC con il quale disegnai con
punto per punto la Ferrari n°27 di Jean Alesi: ero pronto per AutoCAD.
E da li sempre a braccetto videogames,
grafica, auto etc fino ad alla metà degli anni ’90. Ero ancora fermo
alle BBS, quando andai a casa di mio fratello, che fu tra i primissimi
ad averlo, e gli chiesi “che cosa è Internet? E lui mi rispose:” E’ come
un giornale”, facendomi vistare dal suo pc il mio primo sito: http://www.ferrari.com.
Da allora si è avuta una spinta alla
volontà di conoscere il funzionamento delle cose, la laurea in
ingegneria, il bevetto di Radioamatore, autodidattica on-line grazie ai
siti di appassionati ed ai forum, oltre a quella di comunicare con le
chat mIRC e poi le videoconferenze ed i giochi in Multiplayer….iPad…
Smartpone..
Tutto questo oggi è nel palmo della nostra mano.
I social network danno a chi lo
controlla, oggi come 80 anni fa, un’enorme potere, per questo invito
chiunque a riflettere ed agire conoscendo meglio il mezzo adoperato.
Prima Berlusconi con la TV, poi Casaleggio etc adesso Renzi con facebook
e carta stampata…
Adesso siamo a Facebook e Whatsapp, che
mi ricordano tanto quello che vedevo fare a mio padre quando ero
piccolo… viaggiare liberi in moto, divertirsi nel condividere le proprie
passioni con altre persone interessate… sempre col ricordo dello
sguardo sognatore di mio padre che forse non avrà viaggiato tanto, ma
era sempre pronto a partire per qualsiasi destinazione: “tutto quello
che la mente umana può pensare si può realizzare: è solo una questione
di tempo.”
Nessun commento:
Posta un commento